lunedì 1 settembre 2025

Un muro di braccia al cielo: questa è la mia Curva

Citando il grande Runa Casaretti, custode della Lazialità come pochi altri, le bandiere forse andrebbero sventolate all'inizio e alla fine della partita, o durante i gol. Questo perché "i calciatori non sentono lo sventolio delle bandiere", ma il tuonante apporto delle voci dello stadio che li sostiene.

Senza le bandiere, abbassate per rendere omaggio ai daspati, lo stadio è apparso più vivo e furente fin dall'inizio. Ogni decisione arbitrale dubbia (non diciamo sbagliata) è stata accompagnata dal ruggito dei 38.000 (circa). Sembravano 100.000.

L'acme lo ha toccato la Curva Nord, perla di rara bellezza, occhio attento e degno dello spettacolo che andava manifestandosi sul terreno di gioco, quando dal 15' (minuto in cui si è cominciato a cantare) al 35' circa ha reso le gesta degli undici in campo quasi superflue rispetto alla sua, di prestazione. La Curva ha realizzato un battimani da brividi, che ha incantato tutta la Tevere per compattezza, coesione, continuità - chi non canta DOPO IL PRIMO BATTIMANI che possa crepà!

Una sorta di nostalgia per le cose mai vissute si è impossessata del sottoscritto. Ho visto una Curva che forse non ho mai vissuto. Dietro di me qualcuno ha vociferato, in religiosa ammirazione: "sembra di essere tornati negli anni Novanta!".

Almeno sotto questo profilo, aspettando test più probanti, c'è da essere orgogliosi, e anche un pizzico fiduciosi. I laziali, uniti, non conoscono sconfitta. Se poi è vero quello striscione al mister di inizio gara...

Un muro di braccia al cielo: questa è la mia Curva

Citando il grande Runa Casaretti, custode della Lazialità come pochi altri, le bandiere forse andrebbero sventolate all'inizio e alla fi...