sabato 31 agosto 2024

Lotito, il ladro di sogni

Il sogno di ogni tifoso è sognare, il che non significa necessariamente sognare in grande, anzi. Significa primariamente illudersi, credere che quello che vedi qui e ora potrebbe diventare grande.

Soprattutto per i bambini, questa è linfa vitale. Sono venti anni (io ne ho 28, fate due conti) che Lotito è il presidente della Lazio, sono vent'anni che non sogno nulla per la Lazio ma "ragiono" sulla stagione che verrà, "analizzo" l'arrivo del giocatore x, "pondero" persino le vittorie (alcune bellissime).

Lotito ha spento il sogno di essere tifosi anno dopo anno, e ora il laziale è come un soldato mutilato circondato da morti: è ancora vivo, ma cammina tra le ombre e non ha futuro.

Paradossalmente, io credo e vado dicendo da anni che l'unico vero modo per uscire da questa situazione è affondare del tutto: cadere in un baratro così profondo da costringere il nostro gestore ad una riflessione reale su ciò che ha fatto, costringendolo a fare un passo indietro.

Sarà una stagione durissima, una delle peggiori della nostra storia. E chissà, magari proprio in virtù di ciò l'ultima dell'era Lotito. Credo che i 27.000 abbonati, numero semplicemente surreale date le circostanze, siamo pronti alla battaglia.

lunedì 19 agosto 2024

Lazio 3-1 Venezia, il ritorno a casa



Siamo arrivati allo Stadio Olimpico, la nostra casa, con estremo anticipo. Dovevamo assaggiare i vecchi ricordi e gli antichi, ma sempre nuovi, rituali del prepartita: si va da Luciano, lo storico bar nei pressi di Ponte Milvio. Qualche coro, tanti amici, volti già visti e alcune novità. Si canta l'amore per la Lazio, essenzialmente. Con qualche birra di troppo in corpo, magari. "Arriviamoci lucidi", suggerisce timidamente M. Ma io scoppio a ridere, e come me S. e F.

Ci avviciniamo lentamente all'ingresso della Tribuna Tevere, la culla dei nostri anni buttati. Quanta fila. Qualcuno aveva parlato di 30.000 presenze, ma il colpo d'occhio è clamoroso. Non importa ad ogni modo, noi non siamo come inquelli. Per noi la qualità sta sopra la quantità, la possibilità sopra l'effettività.

Nastro adesivo, pezza, manca qualcuno di ritorno dalle lunghe ferie, ma siamo praticamente tutti. Lotito è il nostro bersaglio preferito nel primo tempo, e il Venezia sembra approfittare della nostra battaglia per provare a vincere la propria. 1-0 Andersen, o chi per lui, dopo 3'. Io mi giro verso S., compagno di ottimismo: "è lunga". Gli altri già si lamentano e parlano di stagione difficile. Dopo tre minuti, della partita d'esordio, in casa. E infatti: 1-1 Taty, poi Zac, il capitano, dal dischetto su rigore guadagnato ancora dal Taty, furastico giocatore dalle qualità sottovalutate. Come lui Dele-Bashiru, un esordio davvero convincente, anche se la forza dell'avversario ci costringe a rimandare ogni sorta di verdetto definitivo. Intanto però tre punti, e 3-1 alla fine. Lo scorso anno ero il primo a dire che le prime due sconfitte con Lecce e Genoa non erano indicative. Mi sbagliavo, e sono pronto a invertire l'ermeneutica quest'anno: questa vittoria col Venezia è importante. Sono tre punti, dove altri ne hanno fatti uno o persino zero (il Napoli).

Manca molto, è tanto lunga. Ma questa Lazio mi piace già. Forza mister Baroni, forza ragazzi, avanti laziali.

Un muro di braccia al cielo: questa è la mia Curva

Citando il grande Runa Casaretti, custode della Lazialità come pochi altri, le bandiere forse andrebbero sventolate all'inizio e alla fi...