lunedì 12 settembre 2022

Autunno biancoceleste

Laziali bastardi non è solo il titolo di un bellissimo libro uscito nel 2021 (scritto da Guy Chiappaventi ed Emanuele Palucci, scheda qui) ma la sigla che descrive meglio di altre l'essenza della Società Sportiva Lazio. La sua è una storia centenaria e maledetta, che all'imperativo morale dei suoi padri fondatori ha spesso e volentieri opposto interrogativi peccaminosi: un po' come la Santa Chiesa di Roma, certo sancta ma anche peccatrix, perché l'uomo sbaglia per natura, da che è uomo (mortale).

Laziali bastardi è anche e soprattutto il riflesso che all'esterno percepisce chi vede la Lazio al di qua del suo specchio d'acqua. Movimentato dal 9 gennaio 1900, il corso del fiume biancoceleste è sovente soggetto a increspature e distorsioni. La sua direzione è netta e inconfondibile, ma il suo orizzonte muta di volta in volta; il giorno non è la notte, l'estate non è l'inverno. Che stagione sta vivendo, però, adesso, la nostra amata Lazio? Senz'altro l'autunno: l'unico momento dell'anno che - in barba a chi sminuisce le mezze stagioni - reca con sé un cambiamento profondo.

L'autunno trascina con sé l'estate e le attese infinite che questa sogna. Ma il sogno, poi, d'autunno, o si compie o viene rimandato. Come dagli alberi cadono le foglie, in preda ad un cambiamento feroce e destinale, dal campionato e dalle coppe europee cadono risultati, feroci anch'essi in quanto non modificabili. La Lazio, allora, come sta affrontando l'autunno? Nel proprio elemento: laziali bastardi, che protestano per gli arbitraggi dubbi e lottano, con le unghie e con i denti, con la voce e con il cuore della propria gente, per rimanere aggrappati alla testa della classifica. La quercia che Sarri ha costruito in questo anno e mezzo inizia a mostrare una propria ciclicità, una propria regolarità. Nelle prestazioni dei nuovi (Casale e Vecino, Marcos Antonio e Cancellieri, Provedel e Romagnoli) e nella crescita dei vecchi (Basic, Zaccagni, Felipe Anderson, Patric, Lazzari, Marusic), ma anche e soprattutto nella conferma dei vecchissimi, e sempre nuovissimi, capisaldi della rosa (Milinkovic, Immobile, Luis Alberto).

Sta nascendo una grande Lazio e lo si vede dalla compattezza di questo gruppo. Le sue manovre sono più fluide, la sua solidità non è più una novità da sussurrare a bassa voce ma una verità da attribuire al suo maestro, Maurizio Sarri. L'uomo che, aldilà di ogni (superlativo) schema, si sta comportando con un padre di famiglia nei confronti dei suoi giocatori ma anche - in assenza di una società forte, che pure sta iniziando a cambiare struttura - dei suoi tifosi, quelli che quest'anno non hanno mai fatto mancare il proprio insostituibile calore. Questo blog è nato per raccontare questa e le prossime stagioni, a tutela della Lazio e dei laziali. Che magari continueranno a difendersi da soli, come hanno sempre fatto: da ieri, però, con un Comandante in più a guidarne la rivoluzione.

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