Al termine di Lazio-Verona, mentre il popolo laziale salta e canta sulle note di Lazio is on fire, un'immagine appare sui maxi-schermo dell'Olimpico: AVANTI INSIEME. La campagna abbonamenti, come vociferato da giorni, viene riaperta ufficialmente. Si tratta solo dell'ultima, intelligente mossa di una società che - per fortuna - sta lavorando meglio di quanto parli (Claudio Lotito docet).
Non mi piegherò facilmente alla narrazione di buzzanchiana memoria per cui "co sti prezzi nun ve potete lamentà e rompe i coglioni" (letteralmente, Radiosei 12.09.2022). Se la società sta lavorando in questo modo è merito di un popolo che ha avuto la pazienza e l'audacia di avere fede a prescindere dal tocco del fianco (societario). Questa è la vittoria degli oltre 24.000 abbonati della prima ora, ma è soprattutto la vittoria di uno stadio (tutto) che quest'anno è tornato a spingere come non si sentiva da anni (almeno dal pre-pandemia, quando si era creato un clima magico). Andare allo stadio per vedere la Lazio è diventato - meglio, è tornato ad essere - un rito (religioso) collettivo, dove la risposta tra l'officiante (la Nord) e il popolo (la Tevere e i distinti) spinge la squadra alla vittoria. Non per 10, 20, 40 minuti. Ma per l'intera durata dell'incontro. L'apice, sa chi c'era (video sotto), in Lazio vs Feyenoord - noi siamo qua, sempre con te. AVANTI INSIEME, allora, perché uno non vale uno e 30.000 laziali valgono 100.000 romanisti.
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